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lunedì 22 agosto 2016

FO - Volley, il furto della targa per Bovolenta. Lo sdegno del mondo sportivo

Vigor Bovolenta: Uno sfregio. Un atto vandalico. Un gesto incomprensibile. La rimozione - è stata svitata -, il furto, della targa in memoria di Vigor Bovolenta posta in uno dei due playground del parco di via Dragoni 52 a Forlì, ha lasciato basiti gli sportivi. I veri sportivi. Un gesto irrispettoso nei confronti di una persona che non c'è più, di una persona amata da tutti, una persona lontana dall'odio.
Un gesto irrispettoso nei confronti della moglie di Bovo e dei suoi cinque bambini, che hanno pianto la scomparsa di un marito e del loro papà e che per tutta la vita dovranno convivere con questo terribile dolore. Un gesto irrispettoso nei confronti dei genitori e della sorella di Bovo, che hanno pianto la morte di due figli, di due fratelli.
Quanto accaduto ha addolorato tutti, fuori dai confini cittadini. La città di Forlì, invece, è rimasta muta: non una parola di sdegno, né tantomeno di condanna. Forse arriveranno. Ma, a volte, un silenzo vale più di mille parole.

I veri sportivi hanno dichiarato quanto leggerete di seguito. E, come ha affermato Alberto Casadei, "a noi per ricordare Bovo non serve una targa".
Per la cronaca, a Ravenna, città da sempre vicina ai valori dello sport, non si segnalano atti di vandalismo in quello che da qualche mese si chiama "Piazzale Vigor Bovolenta".

Giovanni Gavelli (Presidente Softer Volley Forlì)
Secondo me non c'è limite alla stupidità e alla caduta dei valori di convivenza civile. Andare a rubare rame o le lapidi nei cimiteri, o una targa vuol dire che non c'è nessun limite. La vera tragedia è che questa è gente che non ha valori.
Alberto Casadei (Pallavolista Lube Civitanova, ex Forlì)
Sono senza parole, veramente incredibile. E' un gesto che fa pietà. Mi auguro che dietro non ci sia un gesto fine ad un atto di vandalismo. Nonostante questo, non ci dimentichiamo di  Bovo. Un giorno questa targa forse verrà sostituita, ma a noi per ricordare Bovo non serve una targa.
Giacomo Sintini (Pallavolista, compagno di squadra di Bovo), via twitter
Purtroppo il rispetto certe persone non sanno nemmeno cosa sia. Che vergogna!!
Roberto Feroli (Direttore SportinRomagna.it)
Bovo era solito stringere le persone in un abbraccio; lui un gesto così feroce non lo avrebbe capito. Lui non capiva neppure perché negli ultimi 20 anni la pallavolo nella nostra città veniva tanto schernita ed attaccata da una certa parte della Forli sportiva, che di sportivo invece non ha nulla. Proprio come la rimozione selettiva di quella targa; un gesto premeditato, stupido, arrogante, irrispettoso. Ma tant'è: la vita va avanti lo stesso, questo uno dei grandi insegnamenti di Bovo e Federica. Quindi la targa, chiunque si sia preso la briga di svitarla, a mio parere la può anche tenere. Magari, proprio adesso, di quel che ha fatto, se ne starà vergognando...
Mario Salvini (Giornalista Gazzetta dello Sport-Chepalleblog)
Cerco di immaginare cosa possa aver pensato l'autore di questa valorosa impresa. Se si sia sentito figo nel fare una cosa del genere. O temerario, persino. Che coraggio ci vuole a fare un affronto a qualcuno che non è lì. E non c'entra nemmeno più che si tratti di un grande campione a cui tutti vogliamo bene. Non sarebbe stato un gesto comprensibile, giustificabile nè tantomeno perdonabile, nemmeno se fosse stato contro il ricordo di una figura schierata, qualcuno che nella sua vita avesse avuto dei detrattori: figuriamoci contro la memoria di Vigor, uno amato da tutti, ma proprio da tutti. E allora forse la spiegazione è tutta lì. Chi ha fatto una cosa così abominevole l'ha fatto per cercare di scioccarci, consapevole di non essere amato. Non ci è riuscito, perché prima che rabbia o shock proviamo tristezza. Per lui. Cerco di immaginare cosa può avere nella testa uno che fa una cosa del genere. E temo di saperlo: il vuoto.

Simone Feroli

Non si ferma l'indignazione per il furto della targa

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