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giovedì 17 settembre 2015

CE - Ciclismo, è ora di ridare dignità al Pirata

Marco Pantani: Sia chiaro. Questo non vuole essere un articolo nel quale si parla delle incongruenze relative al caso di Madonna di Campiglio del 5 giugno del 1999 o legate alla sua morte, avvenuta il 14 ottobre del 2004 nella stanza D5 del Residence Le Rose di Rimini.

E' solamente un appunto. Una precisazione, doverosa, per restituire dignità al campione di Cesenatico. Il 5 giugno del 1999 al Pirata venne controllato, dagli ispettori dell'Uci - l'organizzazione mondiale del ciclismo - il valore dell'ematocrito, ovvero la percentuale del volume sanguigno occupata dai globuli rossi. Il numero fatto segnare da Pantani era 52 quando il limite massimo era fissato, all'epoca, a 50 e la sera prima era 48. A seguire, il ciclista romagnolo venne fermato per 15 giorni per salvaguardare la sua salute. A proposito: tutti vi ricordate i due Carabinieri che lo scortavano fuori dall'hotel di Madonna di Campiglio dopo lo stop: bene, lo sorreggevano perché il romagnolo sentiva le gambe cedergli, non lo stavano arrestando. Tornando da Madonna di Campiglio il Pirata si fermò all'ospedale di Imola - accreditato dall'Uci - per effettuare un test sul suo sangue: 48.

Niente doping. Tanti altri colleghi vennero trovati con il valore dell'ematocrito alto e, dopo la sospensione, tornarono in sella nelle competizioni ufficiali. Pantani no: da allora venne sempre apostrofato come drogato. Ma, credeteci o meno, il Panta non venne mai trovato positivo all'antidoping (qui la nostra intervista esclusiva a Ivan Zazzaroni proprio su Pantani).
Non ci sono prove che Pantani non fosse mai stato in regola ai controlli. A differenza di alcuni suoi colleghi, illustri o meno, che incapparono in squalifiche a seguito di alcuni controlli. Qualche nome, non smentibile, considerando che la nostra non è un'accusa nei confronti di questi atleti e di queste persone, anzi, ci limitiamo ai fatti: Lance Armstrong - lo ha confessato da poco, così come ha confessato di essere stato protetto dai vertici del ciclismo mondiale, tra poco uscirà il film sulla sua storia -, Danilo Di Luca, Stefano Garzelli, Alex Zulle, Jan Ullrich e Riccardo Riccò, solo per fare qualche nome.

Pantani mai. Eppure per tutti è rimasto il dopato. I suoi problemi con la droga sono una conseguenza di quanto accaduto il 5 giugno del 1999. Perché Pantani si vergognò di essere stato sbattuto in prima pagina.

Se Pantani fosse stato colpevole, il luogo dove riposa, a Cesenatico non sarebbe teatro di un continuo via vai di tifosi ed appassionati di ciclismo.
Eppure Pantani, in vita, non si tolse mai di dosso l'etichetta del dopato. E' ora che si mettano i puntini sulle i. Per ridare dignità ad un campione che ha fatto sognare l'Italia intera.
Anche per i suoi genitori, soli nella casa di Sala di Cesenatico.

Infine ci permettiamo di consigliarvi alcuni libri: Pantani è tornato di Davide De Zan, Gli ultimi giorni di Marco Pantani di Philippe Brunel, In nome di Marco di Tonina Pantani e Francesco Ceniti e Il Pirata e il Cowboy di Leo Turrini.

Simone Feroli

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